Il mondo è fatto di voci che aspettano solo di essere ascoltate
SITE SPECIFIC PERFORMANCE
Dai laboratori sull'ascolto e il progetto Cerchio Armonico, ha preso vita il ciclo Voicescapes, le performance site-specific.
Il lavoro attraverso la voce è un’investigazione sull’identità. Individuale, collettiva, comunitaria, ambientale. L’interdipendenza tra individui, tra fenomeni e tra sistemi, ci costringe a toglierci le bende del sé per osservare il noi.
Le opere Voicescapes indagano questa interconnessione usando la voce come media e portando ogni singolo individuo ad una azione di contatto attraverso il suono con l’altro e con tutto ciò che ci circonda.
Lo fanno attraverso l'interazione con sistemi complessi quali foreste, abbazie e cattedrali, grotte, monumenti e siti archeologici, che grazie ad un’architettura articolata e densa, veicolano informazioni in grado di diventare polifonie complesse attraverso le voci del cerchio.
Nelle Voicescapes, l'architettura e il paesaggio assumono quindi un valore ulteriormente centrale. Il rituale conduce volutamente ad una tensione e un’attenzione sulla voce dello spazio-tempo peculiare che si sta abitando, permettendoci di essere abitati da ciò che ci circonda.
IMPORTANTE L'audio presente nei video, è parte del materiale originale registrato in loco durante le performance live. È pertanto consigliato l'ascolto attraverso cuffie o auricolari, per una maggiore qualità audio e un'esperienza più immersiva.
WOODS CAN SCREAM
Una delle performance site-specific è Woods Can Scream, un concerto interattivo nei boschi che vuole dar volume alla voce degli alberi, custodi abusati e ignorati del sistema terrestre.
Attraverso un processo spontaneo di mimesi sonora, il paesaggio si allinea in risonanza coi presenti e viceversa. I suoni dell'ambiente sono parte integrante della VoiceScape (il paesaggio vocale) che emerge dall'interazione fra tutti gli elementi coinvolti.
Entrare in risonanza con un ambiente, significa entrare nell’ascolto profondo del luogo che ci ospita e degli altri esseri che con noi lo abitano. Ogni luogo, così come ogni essere, ha una voce, un’impronta, un’identità sonora che si esprime, e si imprime nell’ambiente.
In quello che noi umani chiamiamo silenzio, non vi è assenza, ma una presenza sottile, non invasiva. La capacità di ascolto armonico di queste “voci” - quelle dei luoghi, del mondo vegetale o minerale - ci rende canali e mediatori. Ogni ascoltatore è parte attiva, è vocalizzatore, amplificatore delle voci sottili.
“Gli alberi sono santuari. Chiunque sappia parlare con loro, chiunque sappia come ascoltarli, può apprendere la verità ".
- Herman Hesse
La performance può accogliere un pubblico tra le 30 e le 100 persone in relazione all'ambiente ospitante. La durata della performance è di circa due ore.
ALLEGORY OF THE CAVE
Si tratta di una performance itinerante dentro una grotta (o altra cavità rocciosa) immersi nella semioscurità. Non viene utilizzata la parola che è invece sostituita dal silenzio vivo del luogo, dai suoni e dai rumori nativi e poi da quelli dei presenti, che sono guidati in un viaggio sonoro in cui è l’udito a costituire l’elemento di contatto e osservazione.
La capacità di ascolto sottile, ritrovata ed acuita, porta i presenti ad una interconnessione di comunità che non trova precedenti nel nostro quotidiano auto-isolamento.
Una sorta di esodo dai tratti liturgici, in cui il silenzio individuale si fa ascolto collettivo e si trasforma mano mano in canto, in armonia, come un’onda composta di piccole gocce che non possono far altro che aggregarsi per seguire una corrente.
La performance “allegory of the cave”, inizia idealmente al termine dell’atto performativo: l’azione vuole infatti essere l’espediente per seminare un germe interno in ciascun presente. Un germe di curiosità ribelle che spinge il viso a voltarsi verso “il fuori”, verso la luce, volgendo le spalle allo schermo.
Un contagio virtuoso è possibile.
La performance può accogliere un pubblico tra le 15 e le 30 persone in relazione all'ambiente ospitante. La durata della performance è di circa tre ore.
PROCESSIONS
Il ciclo di performance Processions, trae ispirazione e forma dalle processioni tradizionali del sud Italia e in particolar modo da quelle del sud Sardegna.
Vesti bianche, una lenta camminata su un tappeto odoroso di petali ed erbe aromatiche, il silenzio, il mormorio, e poi i canti, il fuoco, il cerchio.
Nelle Site Specific Performance, l’ascolto dei paesaggi vocali e l’osservazione dei luoghi fisici si fondono in un processo che si muove tra impressioni ed espressioni.
È un gioco di incontri casuali e di incastri frattali che la natura attua perpetuamente e che noi umani chiamiamo spesso col nome di armonia.
Verdigris ricrea delle liturgie itineranti per celebrare il paesaggio: l'erba e la terra, gli alberi e le pietre, le rovine e gli edifici, sono oggetto e soggetto del rituale.
In queste performance d’improvvisazione, la figura del medium fa da cardine a un dialogo altrimenti impossibile.
Il medium è colui che crea ponti tra le isole.
Non solo il performer quindi, ma ogni presente è invitato a sperimentare ed esperire la catarsi di un ascolto non auditivo e di una vocalità non votata alla mera performance.
È un rituale in cui il canto si fa unanime, solenne, estemporaneo.
Grazie alle architetture e alle storie dei luoghi, il coro convoglia le informazioni nascoste per trasmutarle in polifonie complesse e in veri e propri canti.